KENDO

Kendō (剣道) “La via (道) della spada (剣ken)”

kendo01

Il kendō è un’arte marziale giapponese, nata dall’evoluzione dell’insieme delle tecniche di combattimento con la katana(la spada giapponese per antonomasia) anticamente utilizzate dai samurai nel kenjutsuIl Kenjutsu veniva utilizzato in guerra contro molteplici avversari (difatti le tecniche consistono in una serie di tagli dati verticalmente, orizzontalmente e diagonalmente al fine di annientare più “corpi” possibili nelle vicinanze del guerriero).

Kendo e Kenjutsu

Bisogna distinguere il kenjustu dal kendo, in quanto il primo è un’arte nata per combattere e uccidere i nemici sul campo di battaglia, sviluppata dalla classe guerriera giapponese nel corso dei secoli; mentre il kendo è sempre un’arte marziale, ma il suo scopo non è più uccidere l’avversario per ottenere la propria sopravvivenza; lo scopo del kendo è auto-disciplinare se stessi, il proprio corpo e la propria mente, e percorrere appunto “la Via” per migliorarsi e crescere come persone insieme agli altri praticanti con i quali si studia l’Arte. Senza addentrarsi nelle possibili interpretazioni spirituali e filosofiche, questo concetto può essere racchiuso in una frase: nel kenjutsu ci si addestra per sconfiggere il nemico; nel kendo ci si addestra per sconfiggere se stessi e i propri limiti.

Kenjutsu e Iaido

Il kenjutsu si differenzia dallo Iaido perché le tecniche vengono eseguite solo dopo l’estrazione della spada dal fodero, mentre nello Iaido tutte le sequenze di tecniche (kata) vengono eseguite fin dall’estrazione dell’arma.

Storia

Kendo, “Il cammino della spada”, esprime l’essenza delle arti di combattimento giapponesi. Dal suo primo governo, durante il periodo Kamakura (1185-1233), l’utilizzo della spada, insieme all’equitazione e il tiro con l’arco, sono stati tra i maggiori interessi nella preparazione militare dei diversi clan che si contendevano il territorio. Il kendo si sviluppò sotto una forte influenza del buddismo zen, per cui il samurai sentiva l’indifferenza della propria vita nel bel mezzo della battaglia, la quale era considerata necessaria per la vittoria nei combattimenti individuali (si veda il concetto buddista della realtà illusoria della vita e della morte). A partire da quei tempi molti guerrieri sono stati rappresentati nella pratica del kendo, gli stessi che costituirono le prime scuole tra cui Itto-Ryu (tecnica ad una spada) e il Muto (scuola senza spada).

Oggi il Kendo

Oggi al posto delle katane si usano delle spade di legno i bokken per i ‘kata’ mentre per gli esercizi comuni si usa lo shinai (composto di quattro stecche di bambù)e si indossa una robusta armatura (bogu). I praticanti di kendo sono chiamati kendōka (剣道家?), letteralmente “chi pratica kendo”[2] – oppure kenshi (剣士?), “spadaccino/schermidore”[3]. Il primo termine è prevalentemente utilizzato dagli stranieri mentre i giapponesi privilegiano la seconda forma.

Concetti fondamentali

Mushin o “mente vuota” rappresenta l’essenza del kendo.
Fudoshin o “mente impassibile” è un attributo del dio Fudo Myo-Ō (Acala), uno dei cinque “re della saggezza o della luce” nel buddismo shingon, protettore contro le impurità fisiche e spirituali, aiuta gli uomini ad evitare le infezioni del corpo e della mente.